Mère-veilleuse

Madre che protegge o meravigliosa?
Piccolo gioco di parole per la trousse dedicata alla festa della mamma!

E visto che mère è omofono di “mare” ho aggiunto il charm infradito e qualche prop spiaggioso.

Buona festa della mamma e per me doppi auguri perché oggi è anche il mio compleanno!

Il charm con l’infradito è sempre @fossil.

Viv

Gattini

Dopo i topi non potevano che arrivare i gatti e così, su richiesta, ho rimesso mano al pattern dei gattini portachiavi e mi sono resa conto che sono passati più di una decina di anni fa da quando ho disegnato questa silhouette. Dieci anni???
Sono giusto un filo sgomenta!

Viv

More is more

C’è chi è paladino del “Less is more” di Steve Jobs e chi chiosa con Iris Apfel che “More is more & less is a bore”.
Io mi dibatto tra i due estremi: sono una minimalista attratta dalla stravaganza estetica anche se non mi riesce di praticarla in prima persona.

I ricami sulle t-shirt hanno approfittato di un momento in cui la macchina da cucire era fuori uso e devo dire che mi danno sempre più soddisfazione.

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Viv

I nostri cuori perduti

Celeste NG, I nostri cuori perduti, Mondadori

Il romanzo si svolge in una America distopica contemporanea in cui, dopo un periodo di grave crisi economica e sociale che ha trovato il suo capro espiatorio nelle politiche delle potenze asiatiche, si è cristallizzato un governo intransigente e nazionalista.
In nome della protezione della cultura e delle tradizioni americane sono state emanate una serie di leggi di matrice razzista, il PACT, che colpiscono trasversalmente le minoranze etniche e in special modo le persone con caratteristiche somatiche orientali, indipendentemente dal fatto che si tratti di cittadini americani di seconda o terza generazione.
In un clima di crescente sospetto gli atti di violenza si consumano nell’impunità e la delazione, anche se viene surrettiziamente chiamata vigilanza sociale, è più che caldeggiata.
Il lato più oscuro delle leggi protezioniste tuttavia si compie con l’allontanamento dei bambini, qualora i genitori siano ritenuti non idonei, e con la loro ricollocazione presso famiglie di provata lealtà.

I nostri cuori perduti sono dunque i figli di cui si perdono le tracce nell’indifferenza generale ed è anche il verso di una poesia che, senza intenzione alcuna da parte della loro autrice Margaret Miu, diviene lo slogan degli attivisti anti PACT.
Infatti per Margaret inizialmente il PACT era un concetto puramente astratto, per certi versi un progresso rispetto al caos precedente, in ogni caso qualcosa che non la riguardava da vicino: lei era sì di origine cinese ma era anche una leale cittadina, sposata con un professore universitario americano di buona famiglia, con una bella casa in un quartiere agiato e un figlio in arrivo. Certamente non faceva parte delle frange di estremisti politici a cui erano rivolte quelle leggi.
L’affiliazione involontaria ai dissidenti tuttavia la pone in un pericoloso cono di luce e, quando Noah, che in famiglia chiamano Bird, ha nove anni, Margaret decide di allontanarsi per proteggere il figlio da una più che probabile ricollocazione. Se ne prenderà cura il marito, ostentando di averla ripudiata.
La situazione in cui, volente o nolente, viene a trovarsi Margaret la spinge a farsi le domande che in principio aveva scansato, ad immergersi in un problema che è diventato anche suo, ad ascoltare le storie di chi come lei vive separato da un pezzo del suo cuore. E infine a compiere un gesto di resistenza che possa scardinare l’indifferenza di chi ancora sceglie di non vedere.

“L’idea non era ancora completamente formata nella sua testa, era solo un bisogno: il bisogno di rimediare per tutti gli anni in cui aveva deliberatamente scelto di girarsi dall’altra parte, di non interessarsi. Gli anni in cui aveva pensato che non importava, finché succedeva al figlio di qualcun altro.”

Il racconto si svela a poco a poco e ruota intorno alla figura di Bird, di Margaret e del progetto di riscatto che quest’ultima decide di mettere in atto.
Nonostante vi sia una flessione della tensione narrativa nella seconda parte, quando Margaret spiega le motivazioni del suo allontanamento, la lettura mantiene le promesse iniziali e riesce a raccontare una realtà cruda in tono poetico dando voce a personaggi di grande umanità e spessore.
Se il cuore del romanzo è indubbiamente nel messaggio di resistenza politica e nel ruolo fondamentale dei racconti orali e della parola scritta -non a caso i libri sono i primi ad essere messi all’indice- mi piace mettere l’accento sul tema trasversale del coraggio, il coraggio di assumersi il ruolo che la vita impone sia che ci si trovi in prima linea sia che ci sia richiesto di reggere il peso di un’apparente codardia per un bene più alto, come nel caso del padre di Bird.

Se non li avete ancora letti recuperate i due precedenti romanzi di Celeste NG, di entrambi trovate la mia recensione sul blog.

Viv