L’avversario

Emmanuel Carrère, L’avversario, Adelphi

I segreti sono parte della natura umana, tutti noi conserviamo un piccolo scheletro nascosto in qualche anfratto del nostro vissuto, qualcosa che non desideriamo condividere.
Tuttavia esistono segreti che finiscono per dare forma alla vita di chi li custodisce, sconfinando nella patologia e nella dissociazione dalla realtà.
Il tentativo ad oltranza di giustificare ai propri occhi e a quelli del mondo quello che si considera un comportamento da tenere segreto può portare a creare una realtà alternativa cui si finisce per credere con una convinzione che disarma indagini superficiali o in buona fede. Finché il castello non crolla.

“L’avversario” è la ricostruzione di un famoso caso di cronaca francese.
Iscritto alla facoltà di medicina, Jean Claude Romand non si presenta all’ultimo esame del secondo anno e per anni fingerà di frequentare l’università mentendo a genitori e compagni di studi.
Per i diciotto anni successivi continuerà a farlo indossando la falsa identità di medico ricercatore presso l’organizzazione mondiale della sanità di Ginevra. Nel 1993 quando la costruzione di menzogne sta ormai cedendo uccide la moglie, i due figli, gli anziani genitori e il cane di famiglia. Tenta maldestramente il suicidio e finisce in carcere.

Viene da chiedersi come sia possibile fingere così a lungo senza sollevare alcun sospetto ma come spesso accade la realtà sa essere straordinariamente banale.
Romand era un uomo mite, sapeva ispirare fiducia, quando la realtà lo metteva alle strette, alzava la posta e trovava nuovi escamotage per deviare l’attenzione e impietosire amici e familiari nascondendosi dietro gravi problemi di salute. Al contempo attingeva ai conti di parenti e conoscenti cui faceva credere di occuparsi dei loro investimenti per finanziare le sue spese personali.
Indubbiamente occorre del talento, oscuro ma pur sempre di talento si tratta.

La psichiatria ha indagato il suo caso e ha cercato le motivazioni nella teoria del doppio legame, fenomeno che si verifica quando, tra persone legate da forti relazioni affettive, come per esempio genitori e figli, la comunicazione verbale e quella fisica sono in netta contrapposizione, lasciando il bambino a sé stesso, nell’incapacità di leggere dei segnali del tutto contraddittori.
Nel caso in esame da un lato gli viene impartita un’educazione rigorosa in cui verità, onestà e integrità sono valori da rispettare tout court e al contempo gli viene surrettiziamente insegnato che è bene non dire sempre la verità o addirittura mentire per salvaguardare la salute precaria della madre affetta da depressione latente. 

“Ma come poteva immaginare che esisteva un’ipotesi peggiore, quella di non essere smascherato, e che quella bugia puerile lo avrebbe portato diciott’anni dopo a massacrare i suoi genitori, Florence e i figli che ancora non aveva?”

I romanzi che raccontano casi di cronaca particolarmente efferati sono indubbiamente gravati dalla complessità dell’approccio.
Carrère stesso ammette di aver faticato a trovare un punto di vista, aspetto che emerge anche nella corrispondenza che l’autore intrattenne con Romand attraverso il carcere durante le varie fasi di stesura.
Fatti salvi i dati di cronaca è pressoché impossibile mantenersi neutrali.
Infatti, se la prima parte della vita di Romand trova una chiave di lettura nella “misera commistione di cecità, disperazione e vigliaccheria”  la sua deriva mistica, seppure non del tutto sorprendente, resta un mistero ancora più oscuro.
Conversione autentica o ennesima scappatoia di una personalità narcisistica in favore del solo ruolo gratificante disponibile sulla piazza, quello del peccatore redento che espia in preghiera i suoi crimini?
Il problema del bugiardo patologico é che mente anche a se stesso e non è in grado di distinguere la realtà dall’immaginazione, Dio e il suo Avversario.

Viv

2 pensieri riguardo “L’avversario

  1. Che storia terribile, non sapevo nulla di questo tragico fatto di cronaca, veramente inquietante. E sai che non credo di aver mai letto un romanzo basato su un fatto di cronaca? Qualche raccolta giornalistica sì, ma un romanzo mai. Le tue letture come sempre sono varie. Un bacione cara, buona giornata.

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