Due di noi

Camilla Rocca, Due di noi, Garzanti

Sotto questa bella copertina dal colore accattivante si cela una storia romantica adatta a un pubblico di lettrici adolescenti o a chi voglia gettare un occhio nostalgico sugli anni Novanta e sulla tarda adolescenza nel momento di passaggio tra la fine del liceo e l’inizio degli studi universitari.

È il 1998 Alice e Viola hanno diciotto anni e sono due liceali della Milano alto borghese di zona Magenta. Sono gemelle identiche, unite da una promessa di sorellanza e di complicità che un fato grazioso talvolta si compiace di riservare anche alle amiche davvero intime.
Delle due Alice è la più riflessiva, propensa a restare nella zona d’ombra e meno incline ai colpi di testa. Quando un amico del fratello maggiore le confessa di averla sempre trovata perfettamente riconoscibile, del tutto unica, accoglie questa rivelazione come la più dolce delle lusinghe.
È l’inizio di una storia d’amore totalizzante destinata a creare le prime incrinature nel rapporto inossidabile tra sorelle.
Alice ama la prevedibilità ma con Francesco il mondo comincia ad espandersi e sotto lo sguardo critico della sorella che, pur disapprovandone alcune scelte non cessa mai di fare fronte comune di fronte ai genitori, Alice comincia a dare spazio alle decisioni impulsive e sperimenta il nuovo sia intimamente che geograficamente.
Se Francesco ha una famiglia allo sbando, quella di Alice è borghese, rassicurante e stabile e mentre la madre fatica a farsi largo nel rapporto esclusivo che lega le figlie gemelle, il padre vincerebbe a mani basse il premio “miglior papà dell’anno”: di poche parole e di grande intuito interviene con parsimonia mostrando di comprendere il non detto tipico degli adolescenti e di rispettarne il desiderio di riservatezza.

Io nel 1998 di anni non ne avevo diciotto ma trentatré e non ho nemmeno mai avuto una sorella ma non è stato difficile chiudere gli occhi e tornare all’ultimo anno di liceo, alle uscite con gli amici universitari, alle piccole insubordinazioni, alle prime vacanze lontano dai genitori, in cui si assaporava il gusto di non dover rendere conto di orari e spostamenti, e più in generale a quel mondo di segreti e di emozioni condiviso unicamente con le amiche più strette.
Per i milanesi, anche per quelli che abbiano vissuto in ambienti un po’ meno esclusivi, si respira aria di amarcord e i punti di riferimento sono davvero tanti.
In quest’ottica è una lettura piacevole e pulita che non cede al trend dei romanzi per giovani adulti che spesso si attardano senza motivo e soprattutto senza merito letterario in estenuanti descrizioni delle performance in camera da letto.
Personalmente ho una modesta allergia verso il deus ex machina che sotto forma di incidente ospedaliero costringe il protagonista a uscire dall’inazione ma, al netto di alcuni aspetti più prevedibili, il libro è scritto con grazia e coerenza interna e fotografa con precisione quei momenti di spensieratezza e di sofferenza emotiva che a diciott’anni vengono vissuti con intensità parossistica e che il passare degli anni ammanta di nostalgica malinconia.

Viv

5 pensieri riguardo “Due di noi

  1. Che libro insolito, ha una leggerezza che mi pare attraente e accattivante anche se la nostra è una generazione diversa. Brava Viv, hai fatto una bella recensione, un gradevole invito alla lettura. Un bacione cara, buona giornata!

    1. Letto per pura casualità, mi è capitata in mano una copia di quelle che danno alle librerie prima della pubblicazione (aveva ancora la copertina di prova). Io sto alternando letture così a temi pesantucci, tipo “Fratellino”, “L’avversario” ecc… ora sto leggendo “Coltello” di Salman Rushdie sulla sua aggressione. Scritto molto bene ma non proprio di evasione. Mi piacerebbe leggere una bella saga. Per caso hai letto “Tutto è meraviglia”? Mi incuriosisce ma cercavo un parere di fiducia.

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