Ricordate l’atmosfera che accompagnava l’inizio del nuovo anno scolastico?
Quei primissimi giorni In cui ci si studiava registrando i mutamenti, i capelli schiariti dal sole, i centimetri guadagnatI? Insieme alla nuova disposizione dei banchi, si mappavano differenze e continuità, si consolidavano vecchie alleanze e si valutavano nuove amicizie.
Quest’anno, dopo mesi di didattica a distanza cui si sono sommate delle vacanze estive ancora più lunghe del solito, la ripresa ha passi incerti in un clima di generale sospensione che giustifica la metafora del castello di carte.
E poi ci sono cose che non cambiano mai, come la scelta dell’astuccio che, in un mare magnum di compiti da terminare, rappresenta -insieme al diario, non dimentichiamo il diario!- l’acquisto consolatorio per eccellenza, quello che imprime carattere ad ogni nuovo anno scolastico.
Quelli di oggi sono due prototipi: due astucci piatti con cerniera frontale, interamente foderati senza cuciture interne visibili. Lo so, per i non addetti ai lavori sono parole senza senso ma se avete mai provato a cucirne uno forse sapete a cosa mi riferisco.
Viv