Ian McEwan, Nel guscio, Einaudi
Dunque eccomi qui, a testa in giù in una donna.
L’incipit e la copertina -bianca, in cui si intravede l’occhio azzurro di un bebé- introducono il narratore: un bimbo ormai prossimo alla nascita che specula dottamente sulla vita, sulla morte e sui vini francesi.
Che si tratti di un narratore onnisciente, non v’è alcun dubbio.
Dopo poche pagine si intuisce anche che il bambino in questione si trova al centro di un triangolo in cui la mamma e l’amante progettano di liberarsi del padre naturale.
Un romanzo breve che si snoda in meno di duecento pagine, in cui tutto ciò che apprendiamo è filtrato dal più inerte tra i personaggi che, prigioniero nel buio ventre materno guida un lettore bendato nel percorso narrativo.
Scosso tra i marosi della dipendenza dalla madre -che gli suscita amore e odio in egual misura- e della fedeltà ad un padre mite e poeta, sperimenta in nuce il dubbio amletico del desiderio di vivere e della tensione al suicidio. Vacilla di fronte alla sciagura di un’esistenza su cui avverte, ancorchè incolpevole, il peso della complicità al crimine materno e tuttavia troverà il modo di intralciare significativamente i piani dei due fedifraghi.
Dio ha detto, Che il dolore sia. E fu la poesia. Alla fine.
Dal punto di vista letterario il romanzo è poco più di un divertissement in cui l’autore convoglia un flusso di pensieri non sempre originalissimi, il contesto però è interessante e la scelta di un personaggio centrale che è al contempo dentro e fuori la scena, insieme all’unità di luogo mi hanno spinto a chiedermi se, con qualche espediente, si potrebbe farne una piéce teatrale.
Viv
Questo romanzo è nella mia lista dei libri da leggere, la presentazione che ne hai fatto suscita curiosità, credo che la scelta del narratore sia vincente e azzeccata.
E sì, sarebbe perfetto per una piéce teatrale.
La copertina è notevole ma nel caso di Einaudi accade spesso, vero?
Bacioni cara, buona giornata a te.
È una cosetta che leggi in un pomeriggio ma mi avevano incuriosito copertina e autore, altro non sapevo. 😘
Cavoli, questo libro mi ha decisamente colpita perchè tutti questi elementi sono presenti (più o meno direttamente) nella mia vita : tradimenti, figli, dipendenze, bugie….
Certo è qualcosa di originale scegliere un protagonista, non ancora protagonista, ma ammetto che avrei delle difficoltà ad avvicinarmi ad un libro così simile alla mia realtà.
Il romanzo non indaga più di tanto nelle dinamiche però è pur vero che a volte è meglio passare… speravo per te in una quotidianità nemmeno complicata 😗
Divertente l’idea del narratore bambino “in pancia” soprattutto quando specula di vini francesi 😉
Infatti, in quel senso è divertente 😊
Mi intriga la tua presentazione. Forse forse non mi dispiacerebbe ^.^
McEwan ha scritto di meglio ma è un romanzo di piacevole e veloce lettura.
Si avevo assaporato una nota di insoddisfazjone da parte tua x questo specifico libro ^.*
quel bianco di copertina mi attira come luce al buio, ma l’occhio del bebè mi inquieta. Di solito però Ian McEwan mi piace. Lo leggerò
Questi bebè con gli occhi così azzurri delle pubblicità vagheggiano una bontà primordiale troppo estrema perché non venga percepita una nota stonata… 😉
Mah, sono indecisa. Perché McEwan mi piace di solito, non vorrei essere delusa. Ho letto commenti contrastanti
Delusa a tutto tondo no però è sicuramente un romanzo minore. Ti scrivo in pvt
Davvero un’impostazione originale…anche se inquietante, a pensarci bene
È un po’ come dici 😊