Arto Paasilinna, Piccoli suicidi tra amici, Iperborea
Il Caso fa incontrare due aspiranti suicidi nel fienile scelto da entrambi per mettere fine alle loro vite al riparo da occhi indiscreti. Concordi nel rimandare l’estremo gesto ad un momento di maggiore raccoglimento, si ritrovano a godere della reciproca compagnia e tra un sorso di cognac e l’altro decidono di organizzare un seminario per soccorrere chi stia covando analoghi propositi.
Sommersi dalle adesioni -non per niente la Finlandia ha un tasso di suicidi secondo solo al Giappone- partono con un gruppo di inossidabili per un tour dell’Europa su un lussuoso pullman turistico messo a disposizione da uno degli iscritti della neonata Libera Associazione Morituri Anonimi, alla ricerca del luogo più adatto per compiere il grande passo con la dovuta solennità e il reciproco sostegno psicologico.
Cosa accada è prevedibile perché il romanzo di Paasilinna è un’ode alla vita in chiave grottesca e gli aspiranti suicidi, lontani dai luoghi e dai motivi che avevano alimentato i loro propositi, finiranno per capitolare riscoprendo nuovi incentivi alla vita.
Il racconto procede di tappa in tappa sostenuto da un’organizzazione chirurgica -chi cucina, chi monta il campo per la notte, chi procura le provviste- e la vita rompe gli argini dissipando la solitudine e accendendo nuove passioni fino a fiaccare la volontà e le intenzioni dei Morituri.
Corale al punto da relegare a poche scarne notizie la personalità dei singoli, genericamente accomunati dai trascorsi disperati e dalla volontà suicida, il romanzo perde via via mordente sull’asfalto del lungo viaggio fino all’Algarve.
Al netto dell’ironia e della piacevole scrittura di Paasilinna è stata una lettura faticosa, complice la lentezza eccessiva della trama che si perde in un dedalo di episodi al limite del surreale.
Leggendo le ultime pagine mi sono sorpresa a chiedermi se un maggiore spazio alla voce fuori campo -rappresentata dalle Istituzioni finlandesi che seguono con apprensione l’itinerario della strampalata comitiva di compatrioti, ora attribuendo loro intenzioni sovversive ora paventando una cattiva pubblicità nazionale- non avrebbe giovato ad un maggiore equilibrio.
Viv
Questo è un libro celebre che mi ha sempre incuriosito e la prima parte della tua recensione mi ha fatto pensare ad una lettura entusiasmante, sembrano originali sia lo spunto che la trama, peccato che poi qualcosa si perda, la lentezza non si addice certo a un libro simile.
In ogni caso, prima o poi voglio leggere qualcosa di questo scrittore scandinavo, le atmosfere mi ispirano molto.
Bacioni cara, qui sole oggi, buon lunedì!
Questo romanzo ha diviso moltissimi lettori e non pretendo certo che la mia opinione sia definitiva. A molti è piaciuto, altri non ne sono stati convinti e spesso i primi tacciano i secondi di mancanza di finezza poiché non comprendono l’arguta ironia di Paasilinna. Io penso solo che sia uno dei suoi libri meno riusciti e ne ho già un altro paio sul comodino con cui verificare l’assunto. Buona giornata!
Vero? Anche per me si perde un po’ nel procedere del racconto. Un abbraccio.
Mi conforta sapere che non sono sola nelle mie perplessità 🙂
Paasilinna è sempre un po’ fuori dal coro nel suo modo di scrivere… può piacere o risultare illeggibile, certo è che sa distinguersi. Chissà se questo mi piacerebbe….
Un abbraccio 🙂
Non tutte le ciambelle riescono col buco… Baci Tatiana!
La stessa cosa che ho pensato io !
E se siamo già in tre direi che forse non è il suo libro più riuscito…
sì, è stato un po’ trascinato ma se non ricordo male ne avevamo già parlato in passato
Mea culpa! Me lo sono trovato sul reader e ho iniziato a leggerlo senza ricordare i tuoi consigli.
Anch’io, come la Miss, mi stavo lasciando prendere nella prima parte della tua recensione… Però questo Paasilinna va frequentato, credo, qua e là ne ho sentito parlar bene…
Buona settimana 🙂
Di Paasilinna ho letto qualche tempo fa “I veleni della dolce Linnea” di cui avevo parlato positivamente sul blog. Lascerò passare qualche mese e ritenterò con un altro romanzo. Buona settimana anche a te 🙂
Ecco, quella recensione me la ricordo, ora dopo vado a rileggerla!
Mi fa più piacere del solito leggere la tua recensione, visto che voglio leggere questo libro da tempo immemorabile. Però, dico la verità, ne avevo sentito parlare in termini più entusiastici. Vuol dire che quando mia mi deciderò, mi avvicinerò con meno aspettative.
A me gli scandinavi non dispiacciono ma questo romanzo in particolare mi ha un po’ deluso. Forse anche io avevo troppe aspettative ma l’ho trovato per certi versi un’occasione mancata e penso che gli innumerevoli giudizi positivi derivino dalla meritata fama dello scrittore cui gli appassionati perdonano volentieri anche un piccolo scivolone.
Io ho visto il film e non l’ho mai letto! Però di solito Paasilinna mi piace molto!
In questo caso mi ha lasciato perplessa. Non sono l’unica a quel che leggo dai commenti ma il giudizio anche in rete non è affatto omogeneo.
Non buttiamoci giù, di Nick Hornby, ha una trama simile
Vero, il pretesto iniziale è lo stesso.
Quanti libri hanno lo stesso difetto? L’dea di partenza è ottima, poi si afflosciano nello scorrere delle pagine. Invece ho trovato romanzi che partono in sordina e poi crescono fino ad esplodere nel finale. Un esempio per tutti? La versione di Barney di Mordecai Richler. L’ho consigliato e regalato a diversi amici ma pochi sono riusciti a leggerlo e apprezzarlo perché annoiati dalle prime 30/40 pagine. Peccato, si sono persi un capolavoro.
Nicola
Devo rimediare…ora lo metto sul comodino…pensa che ne ho addirittura due copie 🙂
Ahahahah, dunque ho colpito nel segno! 😀
Nicola