La tregua nell’ambra

Ilaria Goffredo, La tregua nell’ambra

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Come è evidente dalla varietà di romanzi che propongo sul blog, dedico volentieri parte delle mie letture ad autori emergenti conosciuti attraverso la rete e a testi autopubblicati.
Il fatto stesso che, senza pretesa alcuna, mi prenda il tempo per scriverne alcunché è indizio di qualche interesse per il romanzo o per l’autore.
Finora in un’unica circostanza ho ritenuto fosse preferibile tacere.
Questa recensione è rimasta in “bozze” per diversi mesi e mi è costata molti aggiustamenti ma nel testo di quest’autrice -soffocate da una certa confusione negli obbiettivi- ho intravisto delle potenzialità che, nell’imminenza della festa della liberazione, mi hanno convinta a pubblicare le mie riflessioni.

Martina Franca 1943. La vita sotto il regime fascista, i bombardamenti e il razionamento attraverso lo sguardo della giovane Elisa che, dopo la fucilazione del padre, si trova coinvolta con i nuclei di resistenza antifascista e rinchiusa in un campo di prigionia da cui la libererà un misterioso ed avvenente ufficiale inglese conosciuto al paesello.

Questo romanzo, finalista al concorso “ilmioesordio 2012” fino a qualche tempo fa era disponibile gratuitamente per volontà dell’autrice, in segno di protesta nei confronti dei criteri di pubblicazione delle case editrici. Dal canto mio ringrazio l’autrice per l’opportunità di accesso al romanzo, di cui ho scoperto l’esistenza sul blog “Le librerie invisibili”, ma devo dire sin da subito che le mie impressioni non sono allineate ai numerosi riscontri, per lo più positivi, che ho trovato in rete.
Unica voce fuori dal coro quella de La stamberga dei lettori nella cui dettagliata recensione ho ritrovato molte delle mie perplessità.

Il romanzo mi ha inizialmente incuriosita per l’apprezzabile scelta storica ed ambientale, tuttavia il presentarlo come romanzo storico -come sembra suggerire la citazione di Primo Levi in esergo- ha ingenerato delle aspettative che nel corso della lettura sono rimaste deluse, malgrado l’evidente lavoro di documentazione.
Siamo di fronte ad un romanzo che meglio si colloca nel filone, per altro dignitosissimo, del romanzo sentimentale.
La storia d’amore è innegabilmente il nodo centrale e l’ambientazione storica, malgrado sia costantemente in primo piano, non riesce ad essere pervasiva in una vicenda priva di autentica drammaticità.
Sul piano visivo la stessa differenza che passa tra un film neorealista di Vittorio De Sica e una miniserie con Kasia Smutniak. L’atmosfera indubbiamente c’è ma non nei termini che mi aspettavo.

Meglio riuscita la prima parte in cui lo sguardo è puntato sull’ambiente di Martina Franca e le interazioni tra i compaesani ma nell’insieme il romanzo è scorrevole e la narrazione è fluida e, nota di merito trattandosi di un romanzo auto pubblicato, il testo è curato e senza errori.
L’aspetto più stridente nella lettura resta dunque il fatto che, a fronte di un soggetto che vorrebbe e dovrebbe essere drammatico, manchi un forte spessore emozionale.
I personaggi risultano stereotipati e il racconto tende a rimanere superficiale, con qualche accento smaccatamente sdolcinato, vedi l’insistente sottolineatura del colore ambrato degli occhi dell’ufficiale, da cui il titolo.
Il romanzo si interrompe bruscamente e il finale apertissimo prelude ad un secondo volume che potrebbe riservare delle sorprese.

Viv

22 pensieri riguardo “La tregua nell’ambra

  1. Cara Viviana, il tuo commento mi pare apprezzabile per due motivi. Il primo è che dedichi il post a un libro fuori dei circuiti tradizionali di vendita e di promozione, il secondo è che dalle critiche la scrittrice saprà trarre sicuramente degli spunti di miglioramento, che le saranno utili per il prossimo romanzo, molto più di tanti commenti uniformi e uniformati.

    1. Il tuo commento mi conforta perché una stroncatura sia pure parziale mi sembrava particolarmente crudele trattandosi di una scrittrice emergente. Del resto quando una “creatura” esce dal grembo materno si espone alle riflessioni del lettore e trovo sia più triste giaccia ignorata.

      1. Non credo, almeno per me non lo sarebbe. Meglio una critica e un incoraggiamento che il nulla totale. Se la scrittrice non avesse avuto delle potenzialità non le avresti neppure dedicato un post, come dici di aver fatto per altri.

  2. Proverò a leggerlo perchè mi hai incuriosita e, oltretutto, a 99 centesimi su Amazon è davvero regalato: questa sera lo prendo (ora non ho una connessione wireless sul Kindle) e poi lo inizio, vediamo se la mia lettura si allinea con la tua recensione!
    Sempre utilissima….
    Un bacio!

    1. Io l’avevo letto gratuitamente andando sul link che ho messo nell’articolo. Non ho controllato se fosse ancora disponibile ma anche per 0,99 centesimi è molto appetibile. Mi farà piacere sapere la tua opinione, con una collocazione e aspettative adeguate il romanzo potrebbe dare riscontri di lettura differenti.

  3. Recensione interessante, come sempre del resto. Non e’ detto pero’ che la scrittrice apprezzi, anche se spero di si. Proprio tu, mi pare, hai fatto esperienza con una persona che non accettava nulla che dicesse almeno che il libro aveva superato l’Ulisse di Joyce (o quasi)…

    1. Vero 🙂 è uno dei motivi per cui ho atteso a pubblicare questo articolo, ma come scrivevo a Polimena una volta che il libro prende il volo le traiettorie sono fuori dal controllo dell’autore. Per altro ho espresso pareri dubbiosi anche su romanzi portati in palmo di mano dai critici. Chi non è d’accordo con me può dissentire con educazione 😉

  4. Ottima recensione, come sempre del resto. L’argomento mi interessa molto e mi sa che, essendo il testo leggibile gratuitamente, una sbirciatina la darò. Mi incuriosiscono anche i due blog che hai segnalato… e mi sa che lì un occhio ce lo butto subito.
    Baci.

  5. Credo sia un tema particolarmente difficile da affrontare, molti hanno avuto esperienza diretta di quegli anni e si finisce per confrontarsi con le molte testimonianze di vita vissuta di molti celebri autori.
    Credo anch’io che l’autrice possa trarre da questo tuo post uno spunto di riflessione, in quanto certamente la tematica è interessante e in un romanzo del genere bisogna saper bilanciare con cura l’aspetto sentimentale e la verità storica.
    Bella, sincera recensione, sai che apprezzo la tua maniera di scrivere sempre le tue reali impressioni, Un bacione Viv!

    1. Hai centrato il punto, difficile trattare alcuni argomenti con credibilità assoluta ma lo sforzo è apprezzabile. Su questo come sull’Olocausto si sono espresse penne eccellenti e indubbiamente questo ha un peso. Un abbraccio cara!

  6. Il paragone con il campo televisivo/cinematografico è illuminante! A differenza tua io in genere non mi dedico ad autori emergenti, e in realtà nemmeno ai best seller, ma solo a classici paludati e affermati.
    Certo, in casi come quello di cui parli, leggere e fare una recensione è un bell’esercizio riflettere e decidere quale sia la propria opinione in assenza di pareri e critica accreditati…forse farebbe bene anche a me come esercizio!

    1. A me è capitato di essere in disaccordo anche con i pareri accreditati riguardo a romanzi classici o a romanzi recenti molto osannati dai critici. Fortunatamente -fatti salvi i parametri elementari- la letteratura non si esaurisce nella frase scritta in buon italiano e, come ogni prodotto umano, è soggetta al giudizio individuale. E quello in realtà non viene mai meno sia che tu legga dei classici che degli sconosciuti. 😉
      A me piace spaziare ma ai classici torno spesso anche io per “riprendere fiato” soprattutto se sono incappata in letture che non mi hanno convinto completamente. Un abbraccio

  7. Ciao Viv,
    spero che tu abbia passato in serenità le feste pasquali. A me è andata di lusso e nemmeno la pioggia insistente di Pasquetta mi ha rovinato la settimana passata in campagna con la famiglia.
    Vedo che sei interessata agli scrittori emergenti e agli auto-pubblicati e non hai remore a dire quello che pensi. Questo mi piace in un lettore. Non sopporto le marchette come fanno in Tv o sui giornali legati agli editori.
    Nelle vacanze ho lavorato sodo e ho cominciato a pubblicare la mia “opera omnia” partendo dai fumetti e dal mio primo libro.
    Se hai tempo e voglia, puoi dargli un’occhiata su Amazon.
    Se ti interessano farò in modo di farteli avere gratis.
    Puoi trovarmi su Amazon col nome Nicola Losito o con i titoli: I pensieri e le divagazioni del Signor Giacomo e Ossi di pollo.
    Più avanti metterò in rete anche gli altri. Per l’ultimo: Io e Agata è ancora presto. E’ in mano a un bravo editor che lo sta strapazzando a dovere… 😀
    Buona continuazione.
    Nicola

    1. Che belle notizie! Sei in grande spolvero 🙂 ti ringrazio e sarà un piacere acquistarli e leggerti. Spero che anche Agata ne esca viva al più presto, dopo aver letto l’ultimo stralcio sul blog sono ancora più curiosa. 😀

  8. te lo devo proprio dire…io adoro le tue recensioni…spesso sono libri che non conosco e li riesco a ‘vedere’ con i tuoi occhi…e mi incuriosisco …oppure capisco se ppsspno piacermi o meno….

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