Erri De Luca, Il torto del soldato, Feltrinelli
Un racconto in due tempi, una prima parte vagamente autobiografica che ha il sapore di una prefazione ed introduce quasi casualmente all’incontro con colei cui è affidato il racconto vero e proprio.
In una locanda di montagna si sfiorano le vite di uno scrittore studioso di lingua ebraica e di una donna, figlia di un ex criminale nazista in fuga, che si trova al tavolo accanto in compagnia del padre.
Qui avviene il passaggio del testimone tra lo scrittore, che è la voce narrante del primo segmento del libro, e la giovane donna, che crede di riconoscere nello scrittore un ragazzo conosciuto da bambina durante una vacanza ad Ischia e che nella seconda parte dà voce al suo difficile rapporto col padre e al non detto che da sempre grava sul loro quotidiano.
Nel mutismo della donna si legge il distacco emotivo nell’accudimento dell’anziano genitore e il rifiuto di conoscere le atrocità di cui potrebbe essersi macchiato il padre a cui non riconosce l’attenuante dell’obbedienza; in quello del padre, lo stillicidio di sapersi braccato e l’ossessione di scoprire attraverso lo studio della kabbalà il segreto della sopravvivenza del popolo ebraico.
“Il torto del soldato è la sconfitta. La vittoria giustifica tutto”. In nome di questa convinzione l’ex militare tenterà di risolvere il mistero del fallimento del nazismo attraverso la conoscenza dell’antica scienza profetica delle lettere e dei numeri, che sola potrebbe consentirgli di sfuggire alla vendetta dei sopravvissuti.
“Il torto del soldato” è il primo romanzo di Erri De Luca che mi ritrovo a leggere.
Mi ha favorevolmente colpito per il lirismo della prosa, per l’uso elegante e raffinato della parola, meno per la costruzione della trama e dei personaggi che mi sono parsi prigionieri di un’idea -una bella idea- che non è riuscita a bucare la pagina con l’intensità che mi sarei aspettata.
Una lettura comunque troppo breve per esprimere un parere definitivo su uno scrittore che usa la penna con grandissima maestria e che mi è stato caldamente consigliato. Mi riprometto di ampliare le mie letture in proposito, magari con i suggerimenti di chi tra voi meglio lo conosce.
Viv
Sembra una lettura interessante e anche impegnativa, sebbene sia un libro breve.
Non è mai semplice affrontare questi temi, se ti ha colpito deve certo avere uno stile particolare e il tipo di scrittura che ci descrivi attira anche me…io ti aspetto sempre su twitter, eh?
Bacio Viv!
È un libro che dovrei rileggere, mi sembra che mi sia sfuggito qualcosa…
Per Twitter abbi fede che arrivo! bacioni
Ti aspetto! Smack!
L’idea è davvero carina e originale. Mi piace inoltre chi scrive con maestria oltre a bucare la pagina come dici giustamente tu. Sei una lettrice insaziabile Stravy! Un bacione.
Un bacione a te cara Pigmy, ti auguro una buona serata!
Sai che Erri non l’ho affrontato mai? Non mi ha mai saputo stuzzicare artisticamente, sebbene mi piaccia il modo di esprimersi nelle interviste, e la sua aria da contadino vicino di casa. Ho provato a leggere qualche pagina sparsa qua e là, e mi sono fermato. Ogni tanto ci riprovo, e mi rifermo.
Penso leggerò qualcos’altro per completare il quadro. Usa belle immagini ma di questo libro alla fine non sono rimasta convinta fino in fondo. Alcuni suoi lettori sostengono non sia uno dei migliori, io non ho elementi a sufficienza.
In effetti ciò che trovo strano è la brevità del libro rispetto alla complessità del tema trattato.
Mah, la brevità di per sé non sarebbe un ostacolo, molti racconti brevi sanno essere folgoranti (mi viene in mente “Destinatario sconosciuto” di Kressmann Taylor, bellissimo libricino di pochissime pagine sempre sul tema, se non l’hai letto te lo consiglio!) Le due parti distinte, sia pur collegate da un filo sottile tolgono ritmo alla narrazione e si resta con la sensazione di qualcosa di vagamente incompiuto. Ma forse sono io che non sono entrata a sufficienza tra le righe…
Mesi fa ho letto “i pesci non chiudono gli occhi”. Credo il suo ultimo romanzo o giù di lì. Caldamente consigliatomi da un’amica che me lo aveva addirittura prestato. C’è molta poesia e bellezza nelle sue pagine. Una penna non invadente ma che sa dire tanto. Ora metterò in ordine il tuo 🙂
Anche io sono arrivata a Erri De Luca tramite un’amica, metto in lista quello che hai nominato tu 🙂 buona serata
Mi piace De Luca ma non ho letto questo libro…ora miè venuta la voglia!!!
Cosa mi consigli tra quello che hai letto tu?
questo libro purtroppo non fa per me…non è proprio il mio stile! 😀
a parte che in estate mi dedico a letture più leggere…relax totale quindi!
Baci Baci
Anche io alterno un po’… Non si può sempre essere impegnati soprattutto in vacanza 🙂 ps. Ricordo che un’estate portai al mare “Delitto e castigo” fu un delitto…ed anche un castigo perché non era proprio l’atmosfera giusta 🙂
A me, che non conoscevo libri suoi, questo è piaciuto. Concordo pienamente sul fatto messo in evidenza dalla tua recensione che alla forza e all’eleganza della scrittura non corrisponda una trama altrettanto convincente, dello stesso livello qualitativo. Però questo non toglie per me valore all’opera perché la mia impressione è che l’autore stesso fosse meno interessato alla trama che alla scrittura. Mi è venuto in mente un paragone forse un pò sciocco, è come se fosse una canzone nella quale la cosa davvero importante è una-la voce, oppure le parole, o ancora la musica, per cui la voce diventa puramente un altro strumento, e quel che si dice è irrilevante- e tutto il resto è contorno. Non a caso, spesso, la narratrice dice “scusate la digressione”. In conclusione, una lettura di qualità e un romanzo non troppo impegnativo nella trama, molto adatto alla stagione di vacanza.
Mi fa piacere che tu l’abbia letto perché questo libretto mi ha lasciata un po’ in bilico tra gradimento e perplessità. In buona sostanza al di là dell’aspetto formale forse mi aspettavo di più ma mi è rimasta la voglia di approfondire l’autore.